4 Settembre 2020: Welcome Storm!

Finalmente trovo un momento per raccontarvi la bellissima esperienza vissuta ormai quasi 20 giorni fa: la nascita di Storm!

Non voglio entrare troppo nei dettagli, sia per una questione di privacy, sia per consentire a chi deve ancora vivere questa esperienza, di viverla in modo incondizionato.

Trovo sia un’ esperienza talmente personale, unica e soggettiva, che debba rimanere tale. Nella mia esperienza, ho trovato che tutti i racconti vari sui parti di altre persone, non abbiano fatto altro che aumentare l’agitazione e l’aspettativa. Ecco perchè, l’unico vero consiglio che mi sento di dare alle future mamme, è di prendere il parto come viene, senza aspettarsi che duri poco, che non faccia male, che sia una passeggiata, ma guardando in faccia alla realtà ed affrontandola con un atteggiamento positivo ed energico. Siamo fatte per questo, e siamo delle vere forze della natura!!

Premesso questo, qualche piccolo dettaglio me lo concedo! :)

Per le stesse ragioni sopracitate, non ho frequentato un corso pre-parto, ma ho semplicemente chiacchierato lungamente con un’ostetrica di fiducia che mi ha spiegato le “nozioni base” per sapere come reagire alle contrazioni. Il resto l’ho lasciato al destino ed all’equipe medica!

Il mio parto era stato programmato per essere indotto venerdì 4 settembre alle 8 del mattino (a 39 settimane), a causa della piastrinopenia che, come vi ho già raccontato, stava dando qualche grattacapo ai medici e di conseguenza anche a me. Ero già cosciente del fatto che non avrei potuto usufruire dell’epidurale e che il rischio di emorragia era da tenere in considerazione. Inoltre, mi agitava molto l’idea di non poter avere un parto del tutto naturale, ed i giorni precedenti all’induzione ero parecchio agitata e stressata.

Il 2 settembre, mi sedetti a letto, presi il telefono e meditai per almeno mezz’ora cercando di controllare le paure e rilassare la mente. Ho parlato tantissimo con il mio piccolo, chiedendogli ripetutamente di aiutare la mamma in questo percorso, ed affidandomi completamente alla luna piena del giorno stesso, sperai con tutto il cuore di sentire qualche movimento strano.

Nulla.

3 settembre. Un giorno come gli altri, purtroppo ancora tutto tace ed io mi arrendo al fatto che, l’indomani, avessi il ricovero programmato. Quella mattina andai in ospedale per fare il tampone per il Covid. Tornai a casa,andai in piscina a prendere qualche ora di sole ed a scattare qualche foto al pancione. Cenai e poi presi 2 cucchiai di olio di ricino, che indicano come ottimo rimedio naturale per favorire l’inizio delle contrazioni.

Ore 22, sono a letto ed inizio ad avvertire uno strano dolore al basso ventre, tipico della fase pre ciclo. Al momento non riesco più a distinguere cosa sia reale e cosa sia frutto della mente, perciò decido di stare tranquilla e continuare a guardare la tv.

Gian Battista è a fianco a me, la luce della Luna piena entra dalla finestra e mi illumina. Ve lo giuro.

Dopo circa un’ora, GB inizia a cronometrare le mie fitte al ventre. Nel giro di poco, pochissimo, diventano regolari ogni 3 minuti esatti. Mi alzo, faccio una doccia calda, come mi è stato consigliato, cerco di rilassarmi e mi stendo nuovamente a letto.

Il dolore inizia a farsi sentire parecchio, e verso le 2 circa, decidiamo di partire verso l’ospedale.

In quel momento non pensavo a nulla, non riuscivo a capire se quello che stavo vivendo era frutto della mia immaginazione e voglia di vedere Storm o se davvero era giunto il momento del nostro incontro.

Arrivati in ospedale devo fare tutto da sola. Questo maledetto virus impedirà a mio marito di stare con me fino al momento del travaglio, perciò passo le prime 6 ore in ospedale da sola. Pensando e ripensando a quello che sarebbe successo da li a poco.

4 settembre, ore 9 circa, dopo più di 2 ore con il tracciato addosso..un’infermiera entra in camera e mi annuncia che il momento di spostarmi in sala travaglio era arrivato. Mi alzo e finalmente riabbraccio GB, che con gli occhi dell’amore era pronto a sostenermi in questa avventura.

Sono le 10 e 54 quando Storm respira per la prima volta la nostra stessa aria.

Le ostetriche hanno definito il mio parto come “da manuale”. Non essendosi rotte le acque, Storm è uscito con il sacco ancora integro, in meno di un’ora e senza epidurale. Nascere con il sacco amniotico è un evento molto raro, dicono accada in una nascita su 80 mila e che venga reputato una sorta di evento miracoloso in moltissime culture. Viene definito “nascere con la camicia” e dicono che oltre a portare molta fortuna al neonato, sia un bellissimo modo per ridurre l’impatto che subisce il feto durante la nascita. Storm ha scelto in tutto e per tutto un modo meraviglioso di venire al mondo!!

A differenza delle scene da film che ho sempre visto, quando mi hanno messo Storm tra le braccia, ero talmente stremata ed ancora impaurita, che non sono riuscita a godermi il momento al 100%. Tremavo ancora ed essendo particolarmente suscettibile al sangue, non riuscivo a stare tranquilla. Il vero momento magico, per me, è stato l’arrivo del piccolo in stanza, quando il fisico si era ripreso e la mente liberata dalle varie paure. Quando ho visto i suoi occhietti sbattere per la prima volta, ho capito che tutto quello che era successo nelle ore precedenti, era dimenticato.

Tutte le mie preoccupazioni sono sveniate in quell’istante e sono stata pronta ad accogliere il mio cucciolo come se fossimo stati assieme da tutta la vita.

Fondamentale la presenza e l’aiuto della mia amica ostetrica, che mi ha supportata nella maniera più dolce possibile; del mio papà che, in qualche modo, dall’alto, mi ha dato la forza e la grinta di dare alla luce questo scricciolo quando ormai pensavo che le mie energie fossero terminate, e di Gian Battista, che ancora una volta, si è dimostrato l’umo della mia vita. Niente di più.